L’alta incidenza delle patologie cardiovascolari rende necessaria una profonda riflessione in merito alle politiche Regionali che governano il processo di assistenza e che devono permettere la presa in carico del paziente al fine di garantire, attraverso il coordinamento delle funzioni, il raggiungimento dell’equilibrio tra appropriatezza, sostenibilità e adesione ai trattamenti.
Lo scompenso cardiaco cronico (SCC) è una delle patologie croniche a più alto impatto sulla sopravvivenza, la qualità della vita e l’assorbimento di risorse nei paesi economicamente avanzati.
Lo SCC, inoltre, è una sindrome gravata da co-morbidità spesso plurime, come diabete, insufficienza renale cronica o broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO), che richiedono l’adozione di percorsi di cura polispecialistici ed in alcuni casi complessi.
L’elevato impatto epidemiologico e la crescente fragilità e complessità che caratterizzano questa patologia rendono necessaria un’analisi approfondita dei processi di assistenza da orientare verso un sistema di rete integrata-multidisciplinare.
Da Piano Nazionale della Cronicità, l’obiettivo generale della gestione di pazienti con scompenso cardiaco cronico è prevenire le riacutizzazioni e la progressione della malattia con una gestione attiva ed intensiva del paziente nel suo domicilio ed evitando ospedalizzazioni inappropriate.